Estasi sonora (puntini di sospensione)

Incensa il mio capo
non mi vergogno più di essere
ostento me stesso
mostro amore
Legato a doppio nodo a te
La mia pelle che cerca se stessa
la mancanza che la macchia di cicatrici un centrimetro sotto il visibile
Reticoli di vene che sono tue
La povere alle mie spalle che non arriva neanche a sporcarmi le scarpe
Diluvia un cielo di emozioni
che riscopro nuove
E affogare in questo oceano non è la morte peggiore.
per sempre riempirsi i polmoni d’acqua/amore/passione
Intessendo le mie dita in te
Noi
inizio e fine di un uno
Lega di cuore e infinito.
Perennemente sereno.
-Francio-

Immagini da dietro lo specchio (1.20)

e dipingere sul tuo viso
lacrime
di un vino che beccheggia nella sua brocca
e
amare ogni goccia
perdutamente
combattere ogni fremito
o brivido che si incarna
tra i denti e le labbra
obliquamente
inneggiare a me stesso
o forse a te
intabarrato in un’aria che arde
tra un boccata di fumo e l’altra
chi nelle ossa ha parole
quello che io nemmeno oso pensare
rimanere inchiodato
tra croci di giada rossa
che ombreggia nella bottiglia
cado come se fosse la prima volta
e so che lo rifarò
e lo rifarò
fino a prenderci gusto
fino allo schifo
fino alla terra che mi acclama
tra un tasto e l’altro da battere
voltarsi
e condividersi le vene

-Francio-

30 battiti al secondo tra una pausa e l’altra

Uccido ogni io che ero
e cresco carne nuova
Ogni segno di vernice
che si è posato sopra le dita
va cancellandosi
Ed è solo come ridere
o è solo come baciare
i muscoli son li stessi
Prendere la rivincita con i propi tempi arsi
e giocare a dadi
un po’ come fa il dio che sognamo
un po’ come le note di questo blues che va sfumando
Alzo il volume ancora un po’
cambio gli accordi
traccio nuove armonie
ed è ancora musica
così semplice
musica.
-Francio-

Prigionie trascendentali (poesia di sperimentazione coatta)

Voglio fuggire e perdermi
da questa carne che mi tradisce
dalle mie unghie che si sono macchiate
dello smalto che dal tuo è colato..
Eva che si tramuta
nel frutto
dagli occhi truccati
Macchie di donna
in una poesia
che le ore passate nasconde
Voglia di fuggire per essere la mia fibra più vera
da queste gabbie che ogni giorno di sbarre si infittiscono
e ridere amare e piangere

-Francio-

Mio non a me (assolo di note manierose)

il tuo urlo che arriva al viola
mi penetra le ossa
fino alla fibra più dura
e le persone in torno non lo sentono.

l’ansia chiara che il cielo ha ricucito
assomiglia tanto ai tuoi occhi.

il tuo ago si è fatto più duro
ed i miei punti più marcati.

rimane solo la tua voce
che allontanadosi ruba il profumo
di questo velo di spine che tu chiami destino.

-Francio-

Roteare su me stesso (globo senza ellisse)

La mia testa
che duole di cocci di fumo
Tutti i problemi
che affiorano sula pelle
Senza pretese
il vuoto mi stinge gli abiti
e sanguino
vernice scura
o forse sono io che la notte coloro
e delle mie cicatrici faccio stelle.
In una grazia di giorni in cui dimentico la mediocrità
-Francio-

Ittico a bolle

Respiro acqua diluita
sulle mie scaglie scorre
come alcool nelle mie vene
Sono un pesce
in questa boccia di cemento
Nutrite
questi occhi a palla
che ruotano in orbite ittiche
Sbatto la mia pinna
in attesa di un buon chirurgo
abbocco al mio amo
e nasco di nuovo.
-Francio-