Rovine moderne

Psichedelici mi stanno intorno
come piccole formiche di un pic-nic
Distorto
in prati bui
di stanche lucciole al Neon
Quanto fumo tra queste mura
Intonaco scrostato
e tanta voglia di crollare
Vecchie braccia che sorreggono
un Atlante in pensione
Monnalise in acido sparse
tra capanne di grano rovente
Sembra tutto così astratto se lo guardi da qui
Dai miei occhi ai miei pidi il mondo si muta
TUTTI I CASTELLI CHE AVEVO PER LA TESTA
Si Son di colpo Inclinati
Ruderi di poche lettere..
-Francio-

Binari scavati

Schiumato dolce e tenero
boccale di notti tra amici
Sapore amaro di campi assolati
Ricordarsi il bianco di rose di denti
ed essersi dimenticati i volti
Forse è quella la loro fine
Eravamo su di un treno
Viaggiavamo
o almeno l’illusione era quella
i binari che aravano campagne lontane
Un orrizzonte di felici speranze
Mie vecchie scarpe da abbandonare
quanta gente abbiam conosciuto insieme.

In un alba abbiam cercato una pace
un modo come un altro
per non pensare
un modo come un altro
per non traboccare di rabbia
Scrivevo
su scogli abbracciati dal mare
Quella era la casa in cui cullarmi nelle notti.
-Francio-

Nel mare dei tempi cemento

ascoltami mentre tento di soffocare le mie inquietudini..
ascoltami
così come la notte ascolti il vento del tuo asfalto bagnato
come gli urli e le grida che ti inseguono
Un mare acido di noia distillata
Pescavo pescecani usandomi come esca
Grande caccia alle volpi
Non confonderti
li vedi
nelle cravatte impiccate..
Non distrarti
Il tuo sangue che cola nelle vene
Ascoltami
Un giorno arrostiremo le ore.
-Francio-

Antinfortunatamente

Lavori da fili sospesi
Acrobati con chiodi e martello
Giornate di 20 ore di sole
Spalle bruciate di asfalto nero
posavano rotaie alle due di un pomeriggio
un pomeriggio tra i miei libri
Ho visto volti di pura fatica
vero sudore che dalla fronte colava
Le mie scarpe rosse che la terra calpestano
Non Sanno
Quante dita di lavoro, forza, uomini
ci vogliono..
Un piccolo utente ignaro del dolore..
-Francio-

INCERTEZZE (by Ja’swa)

(PREAMBOLO: succede a volte di conoscere persone.. succede tutti i giorni.. forse ne conosciamo fin troppe.. troppe.. poche rimangono a tenerci le mani.. ecco.. voglio pubblicare alcune poesie o viaggi mentali di un mio amico… chissà chi influenza l’altro.. il blog sta diventando un modo di pubblicare i propi scritti in maniera economica… Ora gustatevi le sue parole di velluto nero… Buon viaggio. -Francio-)

Credo di essermi
Perduto tra i meandri di una chioma d’acacia
Credo di essermi sempre chiesto il numero esatto
Di parole sufficienti
Ad esprimere la sensazione di pazzia
Credo di essermi
Sbagliato nel calcolo almeno due volte
Così come
Credo di essermi
Fatto del male e del bene
Due volte in un solo istante
Credo di essermi
frainteso poiché sbattendo il viso su questa porta
Ho visto più e più volte un sorriso
Credo di essermi
Visto con la pelle nera e
La testa esplosa tra i tasti di un pianoforte
A coda e
Credo di essermi
Tagliato i capelli senza per altro sentire alcun rumore
Credo ancora di essermi
ritrovato qui per caso
ma non ammetto la mancanza di uno scopo
Inoltre credo di essermi
Innamorato di un’arte
Che voi chiamate vivere
Ma non ne sentite mai parlare
Credo di essermi
sporcato tutto di vento gelido
Quando l’unico refrigerio qui è una riga bianca di equatore
Credo di essermi
Chiamato e cercato a lungo
Nel buio di un pensiero persistente
Credo di essermi
Intravisto dietro una colonna di vetro e di cobalto
Mentre il mare annoiato di sé stesso
Si riversava nei sogni di un bambino
Credo di essermi
Voltato le spalle per pura mancanza di informazione
Credo di essermi
Ucciso un giorno al solo contatto
Di labbra avvelenate
Credo infine di essermi
Esposto a grossi rischi
al solo scopo di scoprire la vera natura
delle mie sensazioni mentre
mi muovevo al ritmo instabile
di deboli
allucinanti
percezioni sonore
Credo di essermi
sentito proprio bene in fondo
Credo di essermi
volatilizzato in uno sguardo
Credo di essermi frastagliato in mille cocci
di grigio vetro riciclato
E di aver volato piano
dove volano le parole
Credo di essermi sentito felice
e credo
ora
di essermi trovato…

…e addormentato

-Ja’swa-

Cinghie da viaggio

Un mondo di traverse vie incomprese
e tu te ne stai lì. Punto.
Solo la tua mano vola
tra le tue labbra e gli uccelli di fumo
di una bianca sigaretta.
Un sole da scarpe estive
Ingranaggi nascosti
alzano e abbassano la temperatura
Una mappa per ritrovare la via dei tuo pensieri.
Un angelo che di ali ha perso la memoria.
Raggi di sole da legare al mio zaino.
-Francio-

Jazzato in blu

Una vita di due misure più piccole
fumata tra una strada e l’altra
Offrimi da bere stasera
Troppo surreale
questo locale e le tue parole
Troppo stanco
questo vecchio strumento
Il tuo sguardo che si appoggia sulle mie mani
Offrimi da bere stasera
Un tavolo che ci divide
un tavolo e tanti divieti
Erano gli insetti che calpestavi che crepitavano nell’aria
li avevo visti morire prima di poterti parlare
Offrimi da bere un’altra volta
Era la notte che mi stava più stretta del solito
Povere stelle che ricamavano
Piccoli strappi nel cielo
Un lampione che mi teneva bordone
Una luce elettrica che l’aria brucia
Offrimi da bere questa sera
che di dimenticare non son mai stanco
-Francio-

Lenti stonate

Un campo arato a uomini
LAggiù un uomo che suona
su di una macchina da scrivere
tasto bianco tasto nero tasto
a&b& note
Lui, il suo frack, le sue mani
le maniche sporche della camicia
una fila di bottoni cuciti sulla pelle
Arti, lombi, fegati, e cuori
che la terra sente sbocciare
Musica di pianoforte bianco

che suda l’atmosfera
formosa ansia di parole
che vibra sul campo
di rosse spighe
Il suono che si appoggia tra le dita
dita fumose
di scatole di latta
Solo una primavera intellettuale
Solo un tempo tra gli attimi
Una nota acerba
che delimita il giorno
-Francio-

Affilato intingersi

C’è una parola che non ti ho detto
e che mi fischia in gola
lì vicino a quel bolo di rabbia
che non riesco ad ingoiare
Incitate le folle
Facinorosi
di idee incostituzionali
La mia morale
di fiori recisi
La mia terra
arida di sangue
Arriverà la stagione delle piogge
Gocce di petali
Gocce
per cancellare volti tristi
Un bambino che mi sorride
Forse lui la vede la bellezza
lei che tra le mie parole mi fugge
-Francio-