Agitazioni sul passato (notturno in minore)

ci siamo ridotti

a strapparci 

lembi di pelle dipinta

lasciando noie nei nostri giorni

che non so colmare.

Ho anche provato 

a ricucire i nostri avanzi 

con nuovi desideri

ma ho prodotto stracci 

neanche buoni per coprirci.

Ti agiti 

fino a farmi ridere 

fino a farti urlare

fino a non riconoscerti 

a cancellare i passi che ci han portato  qui.

Abbiamo dato per 

scontato la possibilità

di poterci dimenticare.

Ora devi subirmi 

Subire la mia voce 

che ha cambiato

le parole con le quali prende forma

Subiscimi con tutta 

la violenza del mio 

sguardo

Avremmo avuto nuove mattine

per dipingere la pelle

del nostro inferno 

ma abbiamo deriso anche l’ultimo istante.

E tutto muore ancora un po’.

 

Francio

 

Condensare consuetudini una volta l’anno

tutto quello che mi altera

volente o nolente sull’onda della modificazione

del reale

come se non avessi altro che limiti di gomma

subordinati al mio senno

come se qualcosa che ho scritto

in anni inaffidabili

dove ci siamo trovati 

a cantare insieme

con la voce che oggi 

posso urlare 

in giorni che non finiscono alla prima luna

senza sapere cosa ho scritto 

 

 

Francio

 

come se roman dormendo 

sapesse il senso 

lasciando morire il pesce nel suo ittico vivere