18.12 un pomeriggio tra i miei piatti a pensare

Caldo a brividi
aria appiccicosa
leggo
e mi immagino di capire ciò che le parole delineano
stanotte ci siamo amati
lo facciamo sempre
assaggia il frutto
dimmi che sapore ha
che acrobazie fa sulla tua lingua
tutto un gioco di neuroni
siamo solo un insieme complesso di aminoaccidi
ma
stanotte
stanotte ci siamo amati
lo facciamo sempre
ci hanno guardato
e hanno riso
chissà che si aspettavano
tra un bicchiere
e altre bottiglie da congedare
son scivolati i discorsi
come ti senti?
quanto tempo è passato?
credevo di non avere ali
per te angelo con cui mi dimentico di volare
la musica in danza
dentro al fuoco di candele rosse a galleggiare
Ama il frutto

il fiore della carne
mio & tuo
stavo dipingendo una grande tela
ma mi è sembrato inutile
l’arte è cornice
il bianco non me la son sentita di sporcare
era tanto bello
tanto simile alla mia idea di perfezione
propio quella che non credi di avere
quante volte dovrò ripetertelo
pulisci i tuoi occhi dal trucco
non ne hai bisogno
appoggia il tuo viso sul cuscino
guardami
ricorda quanto stanotte ci siamo amati
come sempre facciamo
faremo
abbiamo fatto.
Onde a frequenza regolare.
Scompongo i suoni.
Mi scrollo di dosso la polvere della distanza.
Ho ali forti.
Ma non mi interessa volare.
Stanotte ci siamo amati
e del cielo che me ne posso fare?
-Francio-

Corpose oscillazioni sul ricamo della luna (manie trasverse)

Raccogli il vino che ho rovesciato
in controluce sulle mie parole
Giri di pellicola ad ardere.
Come ti ho odiato.
Dio con le tue parole di demoni.
Cavalca l’attimo in cui mi uccido
silenzioso.
Paure a divorarmi.
Ingoiami.
Riducimi a carne esangue.
Pensami e sarò eterno.
Il tuo urlo con le vene inaridite.

Impegnati di più la prossima volta.
Rimbocca la tua camicia bianca.
Stringi il nodo..

Massacri me
uccidendo te stesso.
Ridi e fregatene
Bevi e dimenticatene

Sto in silenzio da una vita.

Quello che ho scritto è solo follia.

Una boccata in più che ignora la notte..
-Francio-

Estasi sonora (puntini di sospensione)

Incensa il mio capo
non mi vergogno più di essere
ostento me stesso
mostro amore
Legato a doppio nodo a te
La mia pelle che cerca se stessa
la mancanza che la macchia di cicatrici un centrimetro sotto il visibile
Reticoli di vene che sono tue
La povere alle mie spalle che non arriva neanche a sporcarmi le scarpe
Diluvia un cielo di emozioni
che riscopro nuove
E affogare in questo oceano non è la morte peggiore.
per sempre riempirsi i polmoni d’acqua/amore/passione
Intessendo le mie dita in te
Noi
inizio e fine di un uno
Lega di cuore e infinito.
Perennemente sereno.
-Francio-