Roteare su me stesso (globo senza ellisse)

La mia testa
che duole di cocci di fumo
Tutti i problemi
che affiorano sula pelle
Senza pretese
il vuoto mi stinge gli abiti
e sanguino
vernice scura
o forse sono io che la notte coloro
e delle mie cicatrici faccio stelle.
In una grazia di giorni in cui dimentico la mediocrità
-Francio-

Ittico a bolle

Respiro acqua diluita
sulle mie scaglie scorre
come alcool nelle mie vene
Sono un pesce
in questa boccia di cemento
Nutrite
questi occhi a palla
che ruotano in orbite ittiche
Sbatto la mia pinna
in attesa di un buon chirurgo
abbocco al mio amo
e nasco di nuovo.
-Francio-

Metropolitano (jazz per 5 elementi)

Città di cicli inversi
con queste nuvole a farci da marciapiede
e questo grigio che di notte si illumina
ora che il freddo mi incide i denti al mattino
tra le stelle filanti di un traffico impazzito
sfumando tra dedali di lamiere
io confondo le mie ossa con queste luci
e mi ritrova a infrangermi
sopra questi palazzi nell’aria scura scolpiti
e scivolare fino al sole
come un lampo color petrolio tingermi
e in questa terra impregnarmi di cielo.
-Francio-

La paura adorna

Maniacale precisione
nel sedersi e nell’atteggiarsi
da diva retrò
succhiando avara
il fumo
da quel tabacco avvolto
Eppure te lo ripetono a caratteri cubitali
che UCCIDE..
Ma tu mi guardi
Mi sorridi
e alzi poco le spalle
La vita è lento suicidio, mi dici.
E io non so far altro che guardarti morire.
Le tue unghie rosse di sesso
che fai scorrere
nell’aria che ci divide..
Le tue parole che mancano
hai continuato a limare.
Succhia la tua morte.
Così io farò.
So di ritrovarti
qui
Ci sei sempre stata
Seduta sul mio divano
Uccidi anche questa avara
allucinazione
Il buio in questa notte avvinghia le mie ansie
e tu rempi solo il mio cuore di aspro fumo.
-Francio-

Caffè trasparente in tazza colorata

Di Incudini e fili di ferro
vestimi
Com’era bello su quel ramo
con la sua corda al collo
com’era bello
quel mio sogno
Uom-ramo-corda-coraggio-magia- colpo-buio-io-uomo
Penzolare
da una mela matura
Frutta proibitiva
incessante
concerto di archi
punte di frecce
tra le finestre accese
monosillabico
il mio balbettio
scrittura infantile
bacio
bacio la terra
baciare
labbra trai rami
Stavo sognando
e cadevo dalla mia porta
e di colori mi facevo casa
Una pennellata acre
tra il cuore e il fegato
tra il cuore e l’impiccato.
-Francio-

Anfratti melodici

Un giornata
tra cabale di numeri dispari
e croci di legno scuro
su muri viola ossigenati

I quadri che ho macchiato
con il nero
appesi

Luce che mi hai rubato
Buio che mi hai reso di carta

Domani che si diluisce
in una piggia di inchiostro

Sangue sintetico
da ripetere a voce alta
in una stanza di candelle accese
ripetersi
per non essere mai uguali
all’istante in cui
solo
ho abbandonato
rottami di ego

una desolazione che assale la malinconia.
-Francio-

Noiosoblues

passeggiare
tra noia e presunzione
in un perenne monologo
tra me stesso e me
un flusso
insipido
di passi non fatti
era già sera quando mi accorsi che camminavo a ritroso
Corde di rame
da suonare e non toccare
Precisione per raggiungere la nota
una nota che hai in testa
conficcata chissà dove
chissà da chi
Mi ero ripromesso di imparare
mi ero ripromesso di correre
mi ero ripromesso che non avrei mai più.
Un suono non scritto che il cervello mi penetra
-Francio-

A chi non sa non Pensare

Piano
Non ti affretare
Le tue parole hanno spigoli
Ma la tua bocca è tonda

Amico dalle solitudini
liquide
Dai cappelli mai indossati

Quanti mari le tue poesie
han riempito di pianto

Avevo la febbre e tremavo
continuando a limarmi le unghie sporche di cristallo

Foglie e capelli da perdere nell’autunno
Legami & Parole che gonfiano le mie tasche

Avrei voluto regalarti l’equilibrio
del non cadere dalla corda
Ma al supermarchetdell’usato
L’avevano finito

-Francio-