Rimediare Domani

se poi ti perdo 

buttando indietro la testa

fermo sul tuo stesso pensiero

 

se poi ti dimentichi

che si può anche stare 

bene delle volte ti assicuro

 

io non posso che motivare 

la mia scelta con scatole 

di legno intarsiate

neanche buone 

far scaldarci una notte

 

io non posso che arrotolare 

le ore 

facendone matasse 

che nessuno ha più voglia di tessere.

 

avremmo avuto notti per ricordare 

i nomi inventati

gli speudonimi d’arte 

che ci han fatto sentire immortali

 

avremmo avuto delle foto 

da sporcare di vino 

e da farne ingiallire 

con gli angoli bruciati di fumo.

E dopo tutto ho solo inclinato la testa

e tutto è andato un passo avanti.

 

Il più cattivo son sempre stato io.

 

F

Pomeridiano d’attesa

ho di nuovo cancellato 

le tue orme

le tracce sottili della tua presenza

gli oggetti distrattamente lasciati

che mi ricordavano di te 

 

ho di nuovo attraversato

le porte del mio imbarazzo 

nel pensarti 

come se avessi avuto un’altra scelta

 

ho di nuovo riso

perché mi piace ti confondano

con altri sorrisi

altri profumi su di un cuscino

 

ho di nuovo scritto 

per ridondanza di tempo

nel quale ho cancellato,

superato e riso

pensando ancora a come mettere a posto questa casa 

che non si sposta mai

 

ho di nuovo letto 

le parole che peer sbaglio

ho trovato

con le varie A che si somigliano

come una macchia nera 

che ho cancellato 

più e più volte

 

 

Francio

Agitazioni sul passato (notturno in minore)

ci siamo ridotti

a strapparci 

lembi di pelle dipinta

lasciando noie nei nostri giorni

che non so colmare.

Ho anche provato 

a ricucire i nostri avanzi 

con nuovi desideri

ma ho prodotto stracci 

neanche buoni per coprirci.

Ti agiti 

fino a farmi ridere 

fino a farti urlare

fino a non riconoscerti 

a cancellare i passi che ci han portato  qui.

Abbiamo dato per 

scontato la possibilità

di poterci dimenticare.

Ora devi subirmi 

Subire la mia voce 

che ha cambiato

le parole con le quali prende forma

Subiscimi con tutta 

la violenza del mio 

sguardo

Avremmo avuto nuove mattine

per dipingere la pelle

del nostro inferno 

ma abbiamo deriso anche l’ultimo istante.

E tutto muore ancora un po’.

 

Francio

 

Condensare consuetudini una volta l’anno

tutto quello che mi altera

volente o nolente sull’onda della modificazione

del reale

come se non avessi altro che limiti di gomma

subordinati al mio senno

come se qualcosa che ho scritto

in anni inaffidabili

dove ci siamo trovati 

a cantare insieme

con la voce che oggi 

posso urlare 

in giorni che non finiscono alla prima luna

senza sapere cosa ho scritto 

 

 

Francio

 

come se roman dormendo 

sapesse il senso 

lasciando morire il pesce nel suo ittico vivere

Cinema invernale (subitaneo scegliere)

Come giocare di nuovo le mie carte

con le figure scoperte

a prendere freddo di notte.

Timoroso della polvere 

che si appoggia

 sul mio divano.

Avevo promesso

sui vuoti di una soliitudine costante

come alternativa all’essere ancora due.

Avete ragione tutti.

Una goccia di noia 

che ha saturato la notte

presto si assorbe.

Un piiede che non appoggia mai

fluttuante sui desideri.

  

Francio

 

 

In categorie senza priorità

Il mio spazio libero

alla tua frontiera limita il braccio

irrigidisce la mano

lascia silenzi

che non so interpretare

nell’ecologia di noi 

Abbiamo masticato 

cio che di uno e dell’altra

ci ha fatto ridere

lasciandomi ancora affamato

sotto i loro occhi chiusi.

 

Francio

Sfida in casa

il derby siamo io e te
che in casa ci giochiamo
la pulizia dei vetri rotti
dei piatti impilati nel lavandino
delle pentole piene d’acqua dell’ennesima pasta
dei sacchetti di patatine finiti
dei pacchetti di sigarette
del pavimento lavato con la schiena
inseguendo grumi di polvere
quando ancora dormi la mattina
mentre lesino disordine
su strisce di un colore diverso
impilo i libri che avanzano
i vestiti sul divano dopo 10 cambi
i pesi in mezzo alla stanza
le scarpe che modificano l’umore
le chitarre
i file delle casse
affastello
prima di aspirare un’ora di vita
quello che avanza della sera.

Francio

Metametropoli (riassunto poetico)

8 e trenta e milano ancora non esiste

lenta svegliarndosi ignora

gli urli cupi del rosa.

Infame non mi racconta l’assenza.

Non ho passato la notte a reclamarti

con sussurri gridati d’argento. 

milano è l’alba

contemporaneo scaduto

della mia essenza.

 

Francio

 

 

 

Narcolettico A sprazzi

L’ultima frase scritta

è andata persa

come la fne di tutto

Salute giorrno che mi porti lontano

sebbene talvolta io possa odiarti

ricorda

che corda più stretta è cappio

e collo dal respiro corto è notte

Quando magari avrò modo di dormire

con regolarità

potrò sperarti. 

Non mi dimenticherei  di mangiare.

Molto più allegro

incarterei il dolore. 

Verso di me

attonito

Il canto del  giorno.

Sopra domani e dopo

lento mi cullo nel possibile

che le mie mani e i miei occhi

forse lontano 

non han trovato pace

 

Francio 

Luminale d’intensità

Una questione personale

tra gli incastri dei giorni.

Rivestito di punto nuovo

come se non mi fossi mai accorto.

sorrido ed è come se fossi

icaro scappato di notte.

Monosillabi e silenzi.

Non son mai stato bravo

a far nulla se non distrarmi

tra uno spazio è l’altro

respirando  acuti

infami d’intensità.

Salvati ti prego

salvati

che l’innocenza è un limite

sotto i piedi dell’ironia.

 

Francio